Monday, December 18, 2006

Resoconto dettagliato del concerto di Albert Hammond jr, avvenuto in Milano il 12 dicembre 2006 al Transilvania di Via Paravia in Milano.

Fa un certo effetto scrivere di un avvenimento accaduto 6 giorni fa.
Però mi sembra comunque una cosa dovuta, visto che ci sono andato e visto che in questo blog racconto la mia vita.
Anche se essa è un pò priva di avvenimenti di un qualche interesse.
Ed il concerto è, bene o male, uno degli avvenimenti più importanti di questo periodo, ove non ho fatto altro che lavorare tutti i giorni.
Già, perchè ho lavorato tanto, in queste ultime due settimane.
E ciò mi ha incupito un pò, come al solito.

Comunque...parliamo del concerto.

Sono uscito dal lavoro di corsa, il 12 dicembre.
Perchè dovevo incontrare mia sorella Vale e mangiare qualcosa con lei, prima di recarci nel luogo ove si sarebbe svolta l'esibizione del chitarrista degli Strokes e della sua allegra brigata.
E Milano era vestita di luci, sotto il cielo scuro e dava a tutta la vita intorno una dimensione presepica.

Era vestita di luci anche la galleria del centro, che, dal vetro del Burger King, ossevavo attento, mentre addentavo un Whooper cipolloso deformaggiato mentre ahimè ascoltavo le lagne soul provenienti da un tavolo d'angolo di filippini appassionati di musica nera.
E mi ricordavano i protagonisti di un tipico film adolescenziale americano.
Quel tipico film ambientato nel bronx in cui un produttore fa di una ragazza povera una stella.
Ma quel Burger King nel Bronx non era.
Era a Milano, la città dove i sogni spesso muoiono e basta.
Dove le persone spendono, sotto file di palline lucenti.

Arriviamo al Transilvania, io e mia sorella, con un pò di anticipo, e restiamo incuriositi dal fatto che il posto ha un'entrata a mò di entrata di palazzo.
Con rampa per le macchine, cancello e citofono e tutto.
Perchè forse un tempo lo era.
E dentro era freddo, anche se tutto sommato era un bel posticino, con un ampio bancone e un'aria da luogo di ritrovo di gioventù stramba.
O almeno, era freddo finchè qualcuno non ha preso in mano una chitarra ed ha suonato.
Prima i Grandi Animali Marini (ragazzi simpatici, che fanno un rock un pò tipo i tre allegri ragazzi morti), poi l'internazionalmente riconosciuto chitarrista di un gruppo mediocre ed i suoi amici strumentisti.
Ed era bello, vedere sul palco cotanta amicizia.
E le canzoni non erano poi male, perchè erano semplici ma dirette, lontane dalla piaggeria tipica degli Strokes.

Poi il freddo è tornato.
Ed io e mia sorella siamo tornati a casa.

6 comments:

Anonymous said...

Ma la storia di Peter Pan?

FantasticManOfPlastic said...

Per Amelia: Ah, è vero.
Forse dopo.
Tu incomincia a comprartelo!

Anonymous said...

mi piacciono I grandi Animali Marini!!! secondomù me hanno un nome bellissimo!!!!scarlett

Anonymous said...

caspita, che bel resoconto!un bacio Ely

FantasticManOfPlastic said...

Per Rossi: Sì, dal vivo sono bravi.
Per il nome, beh, meglio che non dico niente, và...

FantasticManOfPlastic said...

Per Ely: Grazie!