Sto leggendo reticente "La solitudine dei numeri primi".
Mi è stato regalato da mia sorella Marilisa perchè, sentendone parlare, aveva ben pensato trattasse argomenti da me graditi.
Ed infatti la ringrazio del pensiero, unica cosa che mi tiene ancora legato alla lettura di detto tomo.
Ma non è del libro, che voglio parlare, perchè non voglio avere denunce.
La sera, quando torno a casa stanco(?) da una giornata di lavoro intenso(?), passo delle ore a raccontare a mia sorella Valentina cosa succede negli splendidi(?) capitoli di suddetto libro.
Di Fabio che butta addosso il riso a sua moglie.
Di come Mattia si divincola dall'abbraccio della donna che ha appena stortellato.
Di come ogni personaggio di sesso maschile si masturba per uno a caso dei due protagonisti.
E lei ride.
Ed io pure.
E ridiamo quasi di più di quando citiamo lo splendido "Alice nel paese dei Busi" (versione di una rinomata casa editrice di "Alice nel paese delle meraviglie" tradotta dal buon Aldone).
7 comments:
ma quindi non ti piace???o si??chenneso...da quello che avevo sentito in radio mi pareva....fff
Per un bambino di quattro mesi (o sua madre?!): Anche a me pareva, quando ho letto i primi capitoli. O meglio, pensavo fosse una versione più "autoriale" (e retorica) dei miei racconti. Poi continua a peggiorare, peggiorare, finchè non diventa comico involontario.
Comunque sia, ti ringrazio per il regalo. E l'ho finito per te. Semmai te lo presterò, così ti farai qualche risata...
Ma tu guarda che bacchettonate si debbono leggere da uno a cui piace la Santacroce...
non ho mai letto isabellona, zì...il mio è un amore aletterario...
ma comunque preferisco le scrittrici porcone a questo scrittorino fintamente non porcone...
Dicono tutti così, i fans della Santacroce...
in effetti il libro è brutto forte.
(la zia)
pER zia: Ziaaaaaaah!
Sì, è vero. E' davvero brutto.
L'ho trovato insulso e morboso, di una cattiveriuccia disturbante, di un descrittismo noioso...
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